giovedì 13 luglio 2017

ZACINTO MIA...



Spiaggia del Relitto 

“...Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso...” (Ugo Foscolo)

C’è un senso di familiare accoglienza, semplicità ed essenzialità che accomuna le isole greche. Quest’anno è stata la volta di Zante, (o Zacinto o in greco Ζάκυνθος, Zákynthos).
Così come avevamo approcciato Creta l’anno scorso, anche per Zante ci siamo affidati ad un “giro girotondo” dell’isola, per poter scoprire la diversità di paesaggi che essa può offrire.
La nostra base di appoggio, per dieci giorni, si trovava nel villaggio di Kalamaki, località tranquilla e appartata pur essendo dotata di molti ristoranti, locali, cocktail bar, alberghi, un grande parco giochi, nota soprattutto per la sua baia sabbiosa, luogo di deposizione delle uova delle tartarughe Caretta Caretta.
La spiaggia è attrezzata e i bagnanti sono tenuti a rispettare alcune regole per preservare l’ambiente e non turbare la nursery delle tartarughe.
A pochi chilometri, un altro villaggio molto frequentato è Argassi. Più movimentato di Kalamaki, nella sua strada principale una sfilza di trattorie, agenzie di navigazione, negozi di souvenir e anche qui alberghi e studios per i turisti. E’ la più antica stazione balneare di Zante, un chilometro di spiaggia stretta, con sabbia fine e ghiaia, tante insenature e sullo sfondo il Monte Skopos.
Il capoluogo dell’isola, dal nome omonimo, sorge a pochi chilometri da Kalamaki e da Argassi. Meta ideale per passeggiate serali.
La zona lungo il porto di Zante è ricchissima di snack bar, taverne (anche se un pò troppo sul genere turistico), negozi di ogni genere che sfociano nella Piazza Solomos, dedicata al più grande poeta nazionale Dionisio Solomos, autore anche dell’inno nazionale della Grecia. Adiacente ad essa Piazza San Marco, circondata da numerosi pub e che mi è parsa il punto di incontro preferito anche dai giovani del posto.
In una delle viuzze adiacenti il porto, c’è quella che fu la casa di Ugo Foscolo, ora allestita a museo, con il monumento sepolcrale con la statua dell’Angelo piangente.  
Inerpicandosi per la collina si giunge in un punto panoramico molto suggestivo: Bochali, minuscolo paesino costituito solo da qualche ristorantino, una chiesetta con le icone bizantine e ciò che resta di un antico castello, arroccato in cima ad un promontorio dentro le cui braccia è contenuta tutta la vivacità e, se ci andate di sera, tutte le luci di Zante.

L’altra località famosa è Laganas, ma a meno che non siate adolescenti in crisi ormonale o che abbiate voglia di fare baldoria, tenetevene alla larga, soprattutto dal tramonto in poi. Abbandonata la lunga spiaggia piuttosto commerciale, da una certa ora in poi troverete solo cocktail bar, negozi di alcolici, night club, flotte di ragazzini in cerca dello sballo e tanta, tanta confusione.

Quanto alle spiagge ce n’è per tutti i gusti. Capita spesso di trovare posticini niente male dove, prima della spiaggia, si ha una vasta e comoda area di giardino con l’erba dove potersi rilassare avendo a disposizione sdraio, lettini ed amache; per esempio a Porto Azzuro, in zona Vassilikos (un villaggio dopo Argassi, molto frequentato e ricco di stabilimenti e strutture) o a Caminia Beach (poco distante da Argassi), la prima più frequentata e suggestiva, la seconda più appartata e con meno bagnasciuga, ma con una suggestiva zona coffee break allestita direttamente sul mare (vedi foto); poi c’è la famosa e facilmente fruibile Banana Beach, con sabbia fine, giochi acquatici e stabilimenti attrezzati; la più selvaggia Dafni, con alcuni stabilimenti che offrono lettini e ombrelloni in cambio di consumazioni al bar o al ristorante collegato, ma anche angoli di assoluta tranquillità e solitudine; Marathias, priva di attrezzature, più difficoltosa da raggiungere lungo un percorso accidentato, ma che offre una suggestiva spiaggia di ghiaia affacciata all’isola di Marathonissi e acque cristalline e poco frequentate.
Merita anche Xigia, lungo la costa settentrionale di Zante e a pochi chilometri dal villaggio di Alykes. Spiaggia dai colori tropicali e paesaggio suggestivo, la baia si trova ai piedi di una scogliera a picco sul mare ed è bagnata da acque cristalline e sulfuree, ideali per la pelle e utile in alcune patologie del sistema respiratorio.
A Xigia abbiamo trovato una delle taverne più buone e belle dell’isola (Taverna Xigia, appunto). Gustare un pasto affacciati nel turchese della baia è stato uno dei quadretti più emozionanti.
L’altra esperienza culinaria che ci ha soddisfatto è stata alla Taverna Akrotiri, nel villaggio omonimo, dove siamo stati accolti in un ambiente rilassato e familiare (particolare il fatto che qui si presentano direttamente al tavolo con un vassoio enorme pieno di una vasta gamma di portate tradizionali e dal quale si può scegliere ciò che si vuole, potendo appagare la vista prima ancora del gusto).
Zante è famosa soprattutto per due tappe d’obbligo: la spiaggia del Relitto e l’isola di Marathonissi, nota come isola delle tartarughe.
Segnalo che entrambe le destinazioni si possono raggiungere soltanto via mare, avvalendosi di una delle tante agenzie di navigazione situate in ogni villaggio dell’isola. Di solito partono gite sia al mattino che al pomeriggio e tra pick up, soste per le nuotate e per le foto, in entrambi i casi impiegherete come minimo 4 ore. Ci sono però anche gite di un giorno intero oppure, avvalendosi di circuiti meno organizzati, forse riuscirete a ritagliarvi esperienze più raccolte e meno dispersive.
L’isola del Relitto è un quadro dai colori perfetti. L’azzurro del cielo, il turchese del mare, il dorato della spiaggia, l’ombra della roccia e il verde della vegetazione selvaggia. Il Navagio ha un solo difetto: è presa sempre d’assalto dai turisti. Flotte di barche, navi e imbarcazioni varie che scaricano i turisti ad ogni ora della mattina e del pomeriggio. Magari poterci andare di notte!! ma si perderebbe la visione di quella straordinaria tavolozza di colori di cui vi raccontavo sopra.
Se sarete fortunati come lo siamo stati noi la gita all’isola delle tartarughe vi regalerà l’emozione incredibile di avvistarne qualcuna riafforare elegantemente e per pochi secondi sulla superficie dell’acqua per tornare poi ad immergersi negli abissi profondi.
Altri due scorci meritano una menzione: Porto Limnionas che è uno dei posti più belli e selvaggi dell’isola. Un vero e proprio fiordo, in cui le sfumature di azzurro e verde del mare e la trasparenza dell’acqua lasciano a bocca aperta. Qui il mare è bello soprattutto per i suoi fondali e per le sue grotte; non c’è spiaggia, ma rocce piatte sulle quali eventualmente stendere un asciugamano e terrazze con sdraio e ombrelloni che però non sempre riescono a soddisfare le richieste (soprattutto se ci andate durante il weekend e a mattino inoltrato).
Poco distante da Porto Limnionas c’è Porto Roxa, un altro fiordo per raggiungere il quale occorre scendere dei ripidi scalini di roccia che portano al mare; per i più coraggiosi c’è a disposizione un trampolino a quattro metri di altezza per tuffarsi in acqua.
Lungo la strada per arrivare al fiordo ci sono alcune taverne che in cambio di un pasto, mettono a disposizione dei clienti ombrelloni, lettini e veri e propri letti/amache gratis per tutto il giorno. 

Zante è l’isola degli ulivi, del canto ininterrotto dei grilli, dei nidi delle tartarughe protetti in molte delle sue spiagge; Zante ha il sapore della feta, del liquore alla cannella o alla resina, l’odore della pita; ha un suono musicale, soprattutto vintage, sempre in sottofondo; ha quell’emotività delle persone semplici che ti accolgono con il poco che hanno e te lo offrono col cuore (non è raro, soprattutto nelle taverne più tradizionali e a gestione familiare che a fine pasto,  ti offrano un dolce o della frutta in segno di ringraziamento e di benvenuto); sono le piccole attenzioni che fanno sentire ospite, prima ancora che cliente. Pur essendo un’isola, definirei la sua cucina piuttosto montanara (carne, carne e sempre carne sulle griglie ad ogni ora), pur potendo contare anche su un’ampia scelta di pescato; il suo dolce tipico è la frigania, una specie di pan di spagna imbevuto di uno sciroppo al miele, con crema di latte alla vaniglia, panna e cannella.

E visto che a volte un’immagine vale più di mille parole, vi lascio sognare davanti a questi piccoli quadri di assoluta bellezza.

Kalamaki Beach

 
Porto Azzuro (Vassilikos)


Spiaggia di Xigia

Acque sulfuree di Xigia

Dolce sosta alla Taverna Xigia

Feta con miele e sesamo

Gattini di Zante

Banana Beach
Banana Beach garden

Mappa delle nursery delle tartarughe

Taverna Akrotiri


Dafni Beach
Insolite postazioni a Dafni Beach

Dafni selvaggia

Coffee break a Caminia Beach
Caminia Beach
Insolite presenze a Caminia Beach
Caretta Caretta

Navigazioni sublimi
Blue Caves

Nuotate nel verde cristallino
Marathias
Sosta a Marathias



Porto Limnionas
Porto Roxa
Tuffi a Porto Roxa
Relax a Porto Roxa
Tramonto a Roxa
Perdersi nel blu

Per la ricetta, vi propongo un dolce da colazione morbido, leggero e delicato.
Plum cake vegan al limone e cocco


Ingredienti:
- 200 g di farina di farro integrale
- 30 gr di farina di avena integrale
- 20 gr di farina di riso
- 80 g di zucchero di canna integrale
- un pizzico di sale
- 30 ml di olio di mais
- 1 bustina di cremortartaro
- il succo e la scorza grattugiata di un limone non trattato
- 200 ml di latte di cocco (sciolto a bagnomaria)
- semi di papavero (a scelta)


Procedimento:
Riunite gli ingredienti secchi in una ciotola (farine, zucchero, lievito, un pizzico di sale). Aggiungete l’olio, il succo e la scorzetta di limone e il latte di cocco.
Mescolate tutto con cura con una spatola, aggiungendo eventualmente i semi di papavero, versate in uno stampo da plum cake oliato e infarinato e cuocete a forno caldo (180^) per 35/40 minuti.

Piazza Solomos a Zante

Casa Museo di Ugo Foscolo

Panorama notturno da Bohali




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