mercoledì 8 marzo 2017

...PUEDE PARLAR DE MADRID? ;-)


Su Madrid avevo letto recensioni molto contrastanti. C’è chi la ama e chi alza il ciglio in segno di una stringata sufficienza.
Premetto che in viaggio sono una persona di bocca buona. Nel senso che sono talmente entusiasta di partire che, al di là della meta e delle curiosità che poi riesco o meno ad appagare, mi ritengo quasi sempre soddisfatta del mio semplice partire. Sarà una specie di attrazione per il gesto di preparare un trolley; talmente forte è il desiderio di andare che non riesco a provare repulsione nemmeno per quel disbrigo, sempre troppo lungo, in aeroporto o per le file interminabili davanti ai musei o per quel fugace senso di smarrimento che precede la ricerca, su google o su mappa, del primo indirizzo da cercare in una città sconosciuta. Mi basta avere un trolley e un biglietto di A/R (perché dopotutto non sono ancora pronta a partire senza pensare al ritorno, nonostante apprezzi il verso di quella canzone di Irene Grandi che fa “prima di partire per un lungo viaggio…porta con te la voglia di non tornare più…”). 

Mi piace girare senza itinerari prestabiliti; mi appunto giusto quelle poche tappe che non voglio mancare e sfizi e vizi tradizionali del luogo dove mi sto recando. Il resto mi piace scoprirlo affidandomi all’impatto emozionale e visivo, senza acquisire troppa preventiva conoscenza.

A Madrid, da subito, mi sono sentita a mio agio. Con questo post voglio condividere alcune istantanee dei momenti migliori della mia visita, durata due giorni, di Madrid.


Appena uscita dalla metro a Puerta del Sol mi sono sentita invasa da un senso di allegria, colore, musicalità, ironia. Pupazzoni enormi girano per la piazza a disposizione di chi vuole uno scatto di ritrovata fanciullezza.

Strani personaggi in Puerta de Sol
Poi grandi viali pieni di gente, multietnicità, locali di tutti i tipi e tanti, tanti teatri.




Mi è piaciuto tantissimo girare, domenica mattina, per il mercato del Rastro; a parte i banchetti e i pub/stuzzicherie di ogni tipo in questa parte della città, più che altro sono rimasta affascinata dai tanti artisti di strada che ad ogni angolo liberano il loro talento, a prescindere dai mezzi e a volte, anche dagli strumenti a loro disposizione…
...anche una valigia può suonare
il palco è la strada 


colori
Prediligendo la cucina vegetariana/vegana sono andata a caccia di ristorantini di questo taglio e devo dire che, nonostante la prevalenza di taverne orientate sull’offerta di jamon serrano e dintorni, non sono rimasta delusa nemmeno a tavola. Il Rayen Vegano, Vega e Al Natural sono tre tappe che non lasceranno deluso chi, come me, cerca il vegano non punitivo o eccessivamente scarno, ma creativo e sfizioso. Il sano può andare a braccetto col gusto. Sempre.

Croquettes
piatto crudista di verdure con salsa di anacardi
Sui dolci non ci siamo. Cioè a me i famosi churros con la cioccolata non piacciono. Però per chi gradisce il genere (dolci tipo frittelle allungate da intingere nella cioccolata) segnalo un luogo storico: la Cioccolateria San Gines (preparatevi a fare la fila, più che per entrare al Museo del Prado).

Coda da San Gines
Mi è piaciuta l’atmosfera rilassata e semplice della Mallorquina, sulla Plaza Del Sol. Anche qui c’è fila per entrare, ma ne vale la pena: hanno dei dolci spettacolari, prezzi modici e una gestione di sapiente professionalità. Non è una caffetteria super chic, infatti al tavolino vi mettono, senza troppe smancerie, piattini e posate e senza troppa attesa soddisfano ogni vostra golosità.
Pasticceria storica

Specialità della Mallorquina 
D’obbligo la visita al Museo Nacional Del Prado, al Palacio Real, al Parco del Retiro.

Un giretto anche a Plaza Mayor con il suo lungo porticato, sotto il quale si trovano qualche bottega artigianale,tanti negozi di ninnoli, gingilli e quisquilie varie e alcune taverne che, personalmente, ho preferito non collaudare data l’atmosfera eccessivamente turistica.
Plaza Mayor

Di respiro europeo la Gran Via, ricca di negozi, locali e talmente  tanti teatri che questa zona viene denominata la Broadway madrilena. Percorretela tutta fino a Plaza de Espana. Se ci arriverete all’ora del tramonto, godrete del contrasto seducente di luci ed ombre: la vivacità elettrizzante delle luci in scena sul palcoscenico notturno. C’è arte fuori, prima ancora che dentro i teatri. Fuori è la natura a mettere in scena i suoi atti; dentro sono gli uomini che tentano di rendere sublimi i propri pensieri e la propria arte.








Anche il viaggio è un tentativo artistico; come farlo, come affrontare il viaggio, ci può rivelare il nostro essere dei dilettanti o, man mano, dei cultori di questa arte che è il girovagare. 



Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole (Charles Baudelaire)


E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse (Milan Kundera)



Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno (Guy de Maupassant)


Una volta che hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio (Pat Conroy)



Viaggiare, sognare, innamorarsi, tre inviti per la stessa cosa. Tre modi per andare in luoghi che non sempre riusciamo a capire
(Angeles Mastretta)


A chiusura, vi lascio la ricetta di un risottino semplice da preparare; non sarà una sontuosa paella spagnola, ma appagherà ugualmente i vostri palati, fidatevi del radicchio ahahahah

Risotto al radicchio
Ingredienti:
-       80 gr di riso carnaroli
-       200 ml circa di brodo vegetale
-       Erbe aromatiche
-       radicchio
-       sale, olio evo, salsa di soia e semi di sesamo


In una casseruola fate scaldare un filo d’olio, versare il radicchio, salate e fate appassire. Versatevi delle erbe aromatiche (io ho usato un po’ di origano ed alghe essiccate) 
Aggiungete anche il riso e fate tostare.
Poi sfumate con un filo di salsa di soia.
Aggiungete un po’ di brodo vegetale e poi, girando spesso portate a cottura il riso, aggiungendo man mano il brodo.
Servitelo caldo.




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