giovedì 31 marzo 2016

AMPI RESPIRI

Panorami d'ampio respiro
...quando vorresti dire troppe cose, forse è il momento di dare voce al silenzio...quando vorresti fare troppe cose, forse è il momento di fermare l'azione...
Il nocciolo dello stress è quello: non sapersi fermare. E allora partono le corse, i tanti, troppi input che si vogliono inseguire, le mille aspettative da non deludere...che poi, spesso, le aspettative sono solo fantasmi creati dalla nostra mente “(iper)perfezionista”. Quando si riesce a mollare la presa, ci si imbatte in una scoperta sorprendentemente rassicurante: il mondo, la nostra vita, va avanti lo stesso, anche se ci togliamo quelle scarpe-da-corsa-tuttofare, se decidiamo di dimezzare gli appuntamenti, se rimandiamo quell’impegno pseudo urgente a domani, se anziché entrare nel turbinio isterico delle faccende scegliamo di adempiere ad un solo, essenziale, imprescindibile, compito: respirare.
Nei momenti in cui il corpo, la mente, tutto il nostro essere, sta rischiando il tilt, l’unica cosa di cui dovremmo occuparci è il nostro respiro. Accorgersi di esistere. In quei momenti, occorre solo riprendere contatto con la terra, sentire che i piedi sono ben piantati a terra, che abbiamo delle mani con cui sentire la nostra pancia, un naso con cui inspirare e una bocca dalla quale far uscire l’aria, oltre a tutta quella polvere che lungo le corse del quotidiano attiriamo sulle pareti del nostro corpo.
Lo so, lo so: facile a leggersi nei manuali di yoga o a dirsi, ma nella pratica è così difficile! E’ difficile eppure tanto banale interessarsi al proprio respiro. Lo abbandoniamo lì, come un qualcosa che è inserito con il pilota automatico e del quale non occorre preoccuparsi.
Solo quando si cominciano ad avvertire i disagi legati ad una cattiva respirazione (tensione all’addome, ansia, senso di confusione mentale, ecc.) ci si rende conto che quel pilota automatico, in realtà, ha bisogno del nostro intervento.
E non serve nemmeno chiudere il mondo fuori e stendersi su un tappetino (…anche se a volte è una bella cosa anche questo…) per imparare, man mano, a respirare bene; basta portare l’attenzione dentro questa semplice azione. Qualunque cosa si stia facendo, proviamo a non perdere il contatto con il nostro respiro, accompagniamolo affinché esso, a sua volta, ci conduca verso un auspicabile stato di calma consapevole.
E a proposito di calma…vi propongo una ricetta che ha davvero bisogno di calma e di attenzione per la sua preparazione.
…si può praticare meditazione anche cucinando...(purché lo si faccia “essendoci”, respirandovi dentro)!! ;-)

Dolci morbidi/croccanti

TORTA VEGANA ALLA FRUTTA SECCA
Ingredienti:
100 gr di farina di grano saraceno
200 gr di farina di farro
50 gr di fecola di patate
1 bustina di lievito per dolci
50 gr di sciroppo di mais
1 pizzico di sale
scorza d’arancio
100 gr di olio di girasole
300 gr di latte di soia alla vaniglia (o altro vegetale)
100 gr di mandorle tritate a farina
100 gr di noci tritate a coltello
Procedimento:
Miscelate le farine assieme al lievito, al pizzico di sale, e alla scorza grattugiata d’arancio;
frullate le mandorle e le noci grossolanamente e aggiungetele al resto.  
Emulsionate il latte di soia con lo sciroppo di mais e l’olio, sbattete fino a quando diventerà tutto molto fluido ed amalgamato, a questo punto unite al resto degli ingredienti secchi girando energicamente con una frusta fino a formare un impasto fluido ma denso. Infornate a 180^ per circa 40 minuti. Fate la prova stecchino.



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