martedì 11 novembre 2014

UMILMENTE...ALLIEVI E MAESTRI

Atmosfere zen autunnali
Penso che una delle prime qualità che rende grandi le persone sia l’umiltà. Non mi stancherò mai di pensarlo, di ripeterlo, e ripetermelo.
Purtroppo, invece, quella più diffusa è la presunzione.
Ci si sente “arrivati” dopo aver compiuto solo un passo in più rispetto all’inizio; ci si sente preparati sulla base di pezzi di carta che ci danno dei titoli, che ci cuciono addosso dei ruoli.
Per evolvere invece come persone, prima ancora che come manager, imprenditori o professionisti di ogni genere, occorre non sentire mai soddisfatta la sete del buon sapere, anzi che sia sempre attiva la volontà di rendersi sempre più simili a “se stessi”.
Eh sì, perché l’umiltà deve passare innanzitutto attraverso l’accettazione di quello che siamo, con i nostri limiti e i nostri talenti, senza avere paura dei primi e senza identificarci solamente nei secondi. 
Non bisogna mai considerare separatamente le proprie peculiarità. Anche mentre stiamo insegnando qualcosa a qualcuno, allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che, in altri mille ambiti, anche noi siamo degli allievi. Ed è così che ci sentiremo maggiormente in empatia con chi abbiamo davanti. Siamo tutti allievi e maestri al cospetto di quella grande esperienza che si chiama VITA.
Siamo così abituati a recitare dei ruoli, che spesso dimentichiamo che quello che più conta è nascosto sotto tonache, divise, abiti di lavoro. E allora può accadere che diventiamo sempre più simili a ciò che ci si aspetta da noi…e pian piano non abbiamo più il coraggio di essere e mostrarci per ciò che semplicemente siamo.
L’umiltà, oltre che una linea guida per sé stessi, è anche un segno di rispetto verso gli altri.  
A cosa serve ostentare una pur acquisita eccellenza? Ad accrescere l’ego? A sminuire chi è su quello stesso nostro cammino ma ancora è insicuro, indifeso, debole?
Quello che valiamo, come persone, non dipende mai dalle abilità che andiamo sbandierando. Si può essere persone eccezionali, pur essendo gli ultimi della classe. O viceversa, si può essere persone eccezionali essendo i primi della classe che, senza ostentare il proprio stato, danno una mano a chi invece si trova in difficoltà.
L’umiltà è una mano tesa verso gli altri, è un inchino alla grandezza e alla varietà dell’Universo, un atto di apertura verso insegnamenti sempre nuovi e necessari.

L’esperienza ha poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà.
(Michelangelo)

E adesso umilmente vi presento un piatto semplice e gustoso. Spero che vi verrà voglia di prepararlo, anche con vostre eventuali varianti. I funghi hanno il sapore dell’autunno, dei boschi, delle passeggiate in mezzo agli alberi…sono un alimento ricco di sali minerali, di vitamine del gruppo B, di sostanze antiossidanti, povero in calorie (…ovviamente dipende poi da come li cuciniamo e dai condimenti che usiamo…) e da secoli i funghi sono ritenuti capaci di rafforzare il sistema immunitario.

Cupoletta di quinoa ai funghi porcini

Ingredienti:
-       quinoa
-       funghi misti
-       olio, sale, curcuma, prezzemolo
-       latte di riso aromatizzato al cocco

Preparazione:
Lessate la quinoa secondo le istruzioni e i tempi riportati nella confezione (in genere cuoce in 20 minuti. Bisogna sciacquarla e versarla in una dose di acqua bollente pari al doppio del suo volume. Per un gusto più esotico potete sostituire una parte di acqua con latte di riso aromatizzato al cocco). Tenete da parte o versate la quinoa in uno stampo.
In una padella versate un filo d’olio, mezzo spicchio d’aglio (ma si può anche omettere). Aggiungete i funghi, una spolverata di prezzemolo (io ho usato quello essicato in polvere), un pizzico di curcuma, qualche filettino di carota (a piacere) e lasciate cuocere.
Servite la cupoletta di quinoa con i funghi.