giovedì 9 gennaio 2014

....IL NUOVO NON BUSSA SEMPRE ALLE PORTE... MA ENTRA

Mare e scogli di Santa Marinella
A parte i tipi estremamente temerari che non si lasciano intimorire/scalfire da niente e da nessuno e ai quali il NUOVO non scompiglia nè capelli né pensieri, il NUOVO mette sempre un po’ d’ansia.
Che sia un’ansia manifesta, tenuta sepolta, nascosta, negata, ignorata…comunque sia, essa diffonde i suoi germogli dentro e/o fuori di noi.
Ci vuole tanto coraggio per affrontare le novità. E fiducia. Occorre lasciarsi andare. Cavalcare l’onda invece di lasciarsi sopraffare da essa.
Mettersi fuori dall’onda è pericoloso. Tentare di respingerla vano. Tanto vale posizionarvisi sopra e seguire il flusso.
Ci sono persone per i quali il NUOVO può essere semplicemente un piatto diverso dal solito, un modello di scarpe mai indossato o una pettinatura mai osata.
Poi c’è il NUOVO che investe i rapporti di lavoro: un nuovo collega, un nuovo incarico, un nuovo capo. Il NUOVO che si annida nella crescita dei figli, nella maturazione dei propri genitori, quello che avanza dinanzi allo specchio lasciando i suoi segni sulla pelle. E c’è soprattutto il NUOVO che plasma i nostri atteggiamenti.
E’ innegabile: ogni giorno c’è qualcosa di NUOVO che si affranca alla nostra vita. Non fosse altro che la data sul calendario o un qualcosa di cui ci accorgiamo, il nostro quotidiano è pieno, se li sappiamo cogliere, di piccoli germogli di novità.
Per coglierli dobbiamo superare gli schemi mentali, i modelli preconfezionati di realtà, accettare di penetrarla, non solo nella sua fecondità, ma anche nella sua mutevolezza. Non possiamo adagiarci su quella rappresentazione delle cose che le vorrebbe per sempre immutabili e ferme, perché significherebbe barricarsi dietro una visione distorta della realtà: questa muta inevitabilmente, anche senza aspettare che si sia pronti al suo moto.   
Impratichirsi con tutto ciò che per noi rappresenta qualcosa di NUOVO significa allora fare esperienza e imparare man mano a gestire quell’ansia naturale che si attiva non appena un qualunque ordine precostituito viene minacciato da qualcosa.
Quando nulla cambia significa che anche noi non stiamo cambiando.
L'inatteso (in quel di Viterbo...)
Il nuovo è nella natura stessa della vita, inattesa e palestra “del saper vivere il cambiamento”.
Viviamo per cambiare ogni giorno, per assemblare dentro di noi ogni nuova cosa, aspetto, esperienza e così arricchirci, non di denaro, ma di “essere” e di “saper essere”.
Spesso può costare anche dolore, disagio, inquietudine. E dove non c’è cambiamento non c’è evoluzione, ma stasi.
Anche a tavola possiamo allenare la nostra capacità di accogliere i cambiamenti aprendoci a sapori e piatti nuovi. Tra l’altro,  spesso, dietro pietanze inusuali, si nascondono ottime proprietà nutritive.
L’amaranto, per esempio, oltre ad essere buono ed altamente digeribile, è anche ricco di proteine e contiene elevate quantità di lisina, calcio, fosforo, magnesio e ferro. Non contiene glutine e abbonda di fibre.

Tortino di amaranto con trittico vegetale
Ingredienti:
-       amaranto
-       zucchine
-       cipolla
-       erbe aromatiche (origano, basilico, rosmarino)
-       crema di riso
-       olio evo, un pizzico di sale
-       salsa di soia shoyu biologica
-       fagioli azuki


Versate l’amaranto in una pentola, aggiungete acqua (nella dose indicate nella confezione. Io ho cotto 250 gr di amaranto in 625 ml di acqua), erbe aromatiche a scelta, un pizzico di sale e portate a bollore. Ci vorranno circa 30 minuti per la cottura.
Poi versate nelle formine e lasciate freddare così che l’amaranto si compatti.
Potete servire l’amaranto con zucchine stufate in padella, patè di zucchine e nocciole e fagioli azuki.
Per le zucchine: versate in un tegame un filo d’olio e un po’ di cipolla; aggiungete la zucchina a dadini, basilico, origano, un po’ d’acqua e rosolate. A fine cottura versate un filo di salsa di soia shoyu.
Per il patè: frullate parte delle zucchine di cui sopra con qualche nocciola e due cucchiai di crema di riso.
Per gli azuki: una volta cotti, saltateli in padella con un po’ di cipolla, rosmarino e un pizzico di sale.