martedì 24 settembre 2013

TRE PASSI AVANTI...E UN PASSO INDIETRO...

Tramonto a Viterbo (la prima sera d'autunno)
Cambiano le cose, come cambiamo noi.
Sperabilmente, se si decide di intraprendere un cammino di maturazione, di consapevolezza, si cambia in meglio. 
Ogni tanto però parti di te che credevi di aver migliorato tornano ad affacciarsi prepotentemente; la loro visita ti ricorda che, in fondo, sei ancora lontana/o da quell’idea di evoluzione che tenti di incarnare. Ce n’è di strada da fare! Questi episodi si possono considerare come prove di umiltà. Quel sentirsi “mai arrivati” che protegge dal senso di presunzione.
Certo, non può diventare un alibi.
Il “sono fatta così” è un’arma a doppio taglio, specie quando finisce per diventare la carta jolly da giocarsi nei rapporti con le persone a cui teniamo di più.
Il dover ricorrere a questa giustificazione, a volte, svilisce prima di tutto se stessi e non lascia spazi di apertura e confronto con le altre persone.
Ovviamente mi riferisco ai casi in cui più che a reclamare un proprio modo di essere, ci si sta nascondendo dietro un limite che, piuttosto che essere affrontato, non si vuole proprio vedere.
Proteggere la propria identità e la propria unicità è una cosa positiva, ma non può valere come scusa per non compiere quel cammino evolutivo che è nella natura stessa delle cose.
C’è una frase di una canzone di Jovanotti (Estate) che mi piace molto:
“…se non avessi voluto cambiare oggi sarei allo stato minerale…”
Se quella volontà c’è, non bisogna mai arrestare il proprio cambiamento (inteso come miglioramento), quand’anche, di fronte ad imbarazzanti mosse involutive, si ha la sensazione di ritornare “allo stato minerale”.
E a proposito di cambiamenti, concludendo una tipica “contorsione mentale”, voglio celebrare con una piccola poesia e con una golosa crostata alla marmellata, il cambio di stagione appena avvenuto: benarrivato Autunno!

Fogliame autunnale in quel di Sponga 
CAMBIO STAGIONE

Succede…
Lentamente o travolta da un vortice
abbandona una foglia il suo ramo;
È stagione del lasciar cadere,
di veder appassire i colori accesi;
Sbiaditi ormai i ricordi del mare
arrivano le castagne in piazza sul braciere…
Una tazza fumante ha preso il posto del gelato
e dove stavano il costume e le maglie leggere
ora riponi il cappotto e le coperte per la sera.
Le giornate diventano lente,
scurisce prima il cielo,
i vetri si fanno appannati,
affidi ad un brodo caldo
l’idea della cena
sperando che il suo tepore
ti riscaldi un po’ il cuore.


CROSTATA ALLA MARMELLATA

Ingredienti:
-    200 gr di farina di Kamutt integrale o semintegrale (o potete usare metà farina integrale e metà di farro)
-       60 gr di zucchero di canna
-       50 ml di olio di mais
-       la scorzetta e il succo di ½ limone (non trattato)
-       ½ bustina di cremortartaro
-       ½ cucchiaino di vaniglia in polvere
-  Latte di riso o di soia alla vaniglia (quanto basta per impastare, circa 180 ml)
- marmellata a piacere

Versate in una ciotola capiente la farina, lo zucchero, il cremortartaro, la vaniglia, la scorzetta e il succo di ½ limone. Mescolate e poi aggiungete a filo l’olio e di seguito (poco alla volta) il latte.
Lavorate per bene l’impasto fino ad ottenere una palla morbida e non sbriciolosa (regolatevi aggiungendo latte o farina).
Potete poi rivestire subito una tortiera da crostata, ricordandovi di lasciare un po’ di impasto per fare le striscette.
Bucherellatene il fondo con la forchetta.
Versate la marmellata preferita, adagiate a piacere le strisce e infornate a 180^ (forno già caldo) per circa 35/40 minuti.





martedì 10 settembre 2013

...L'AUSPICABILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE....

Consigli di lettura
Leggendo il libro “Mangiar sano e naturale – con Alimenti Vegetali Integrali” del Professor Michele Riefoli mi sono imbattuta in tantissimi spunti di riflessione, alimentari e non solo. Indicazioni e suggerimenti che poi, con umiltà e in punta di piedi, mi permetto di elaborare secondo la mia coscienza e la mia esperienza nel quotidiano (…mi perdoni l’autore per la libera interpretazione ed applicazione dei suoi insegnamenti ;-)). Una delle cose che mi ha colpito è stato il concetto del “piacere che fa bene” e del “il piacere che fa male”, che il prof. sapientemente illustra in uno dei primi capitoli.
Imparare a riconoscere i propri meccanismi mentali e a distinguere ciò che ci fa scegliere l’uno o l’altro dei piaceri è un esercizio da inserire in un percorso che possa dirsi di vero benessere. Il benessere è uno stato che si raggiunge solo quando fisico e mente sono resi liberi da pregiudizi, falsi miti, idee e soluzioni preconfezionate. Non sempre quello che ci è già noto, per tradizione, educazione o preconcetto, si rivela essere la scelta “giusta” per noi.
La leggerezza non si misura solo sulla bilancia.
Quella del corpo sì, ma per sentirsi in uno stato di benessere globale, non basta avere un corpo leggero se poi si ha la mente pesante come un macigno. La leggerezza della mente si conquista innanzitutto a colpi di consapevolezza e di autonomia di giudizio. Anzi di “non-giudizio”.
Più impareremo ad allontanare da noi i giudizi, più ci scopriremo più leggeri. Anche il respiro diventerà più fluido, gli occhi più accesi, la mente più lucida, il volto più sereno.
Distendere i pensieri distende anche i tratti del volto. Verificabile.
Ogni giorno dispensiamo giudizi di ogni genere: giudichiamo gli altri, le situazioni, noi stessi. Così facendo disperdiamo energie e un corpo scarico di vitalità è un corpo appesantito, quand’anche tonico e scattante dal punto di vista muscolare.
Ogni volta che stiamo per elargire un giudizio (magari malevolo) immaginiamo che così facendo stiamo per inserire la mente in una presa di corrente che anziché fornirci energia, ce la sta per usurpare. Allora voltiamo lo sguardo e trasformiamo la nostra posizione sulla scena: da giudicanti, “limitiamoci” ad essere attenti osservatori. Anche l’osservazione è un talento da coltivare e può insegnarci molto, anche e soprattutto su noi stessi.

“Considero il giudizio del bene e del male come la danza serpentina di un drago, e il sorgere e il tramontare delle credenze come null'altro che le tracce lasciate dalle quattro stagioni.” (Buddha)

“La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”. (Jiddu Krishnamurti)

Rimanendo in tema di leggerezza, oggi vi propongo questo piatto a base di riso rosso integrale (o selvaggio). Non so se contribuirà a mantenere leggera la mente, ma di sicuro la digestione ne beneficerà ;-) Questa varietà di riso è altamente digeribile e possiede un alto contenuto di antiossidanti.

Riso rosso "natural style"
Ingredienti:
-       Riso rosso integrale
-       Zucchine, melanzana
-       Lievito alimentare
-       Semi misti (girasole, lino, sesamo)
-       Olio
-       Mix erbe aromatiche

Lessate il riso in acqua leggermente salata, scolatelo una volta cotto (ci vorranno circa 30/40 minuti) e tenetelo da parte (per ogni dose di riso, in genere ci vogliono tre dosi di acqua).
Affettate lo scalogno in padella, versatevi un filo d’olio, aggiungete la zucchina e la melanzana tagliate a pezzettini, erbe aromatiche a scelta e cuocete aggiungendo un mestolo di acqua o di brodo vegetale.
Una volta cotte, condite per bene il riso con queste verdure, un cucchiaio di lievito alimentare, una manciata di semi misti e un filo di olio extra vergine d’oliva a crudo.



lunedì 2 settembre 2013

...COSE FACILI, COSE SEMPLICI...E COSE CHE VALGONO...

Atmosfere zen
E' FACILE:

…è facile sentirsi dissetati quando accanto hai la fortuna di avere sempre pronta una bottiglia di acqua fresca e potabile…(alla fine al valore di quella bottiglia non ci pensi nemmeno più…)
…sentirsi calmi quando intorno c’è solo il fruscio delle foglie e il cinguettio di qualche uccellino…(e magari non riesci nemmeno a sentire il suono armonico che offre la natura…)
…sentirsi “appagati” quando intorno c’è chi premia, con i gesti e le parole, le tue abilità…(e finisci per pretendere sempre di più facendoti tentare dalla superbia e dalla presunzione…)
…sentirsi in equilibrio quando non ci sono scosse di alcun tipo a minare la tua stabilità…(e poi…basta un colpo di vento per mandare all’aria le tue gambe…)
La saggezza è qualcosa che va oltre le singole contingenze. È la luce che rischiara in mezzo alle nebbie, il bicchiere di acqua nel deserto, il silenzio della mente in mezzo ai rumori del quotidiano, è la chiave che apre porte sbarrate, il balsamo che scioglie nodi, è un punto di vista che sa mutare, come mutano le cose, come mutiamo noi. E’ la capacità di adattarsi man mano alla vita, imparando ad indossarla con scioltezza come si porterebbe un abito su misura.
La saggezza è quell’arte, quel talento che ti permette di riconoscere il valore di ogni singola cosa. È l’abilità che non è destinata a portare onori, ma onora essa stessa la tua vita e la colma di bellezza, di completezza, di soluzioni.
La saggezza non nasce dalle cose facili, non nasce dalle cose difficili. Fiorisce solo in quel cuore che sa accettare la vita, abbandonandosi al suo flusso con fiducia e gratitudine. 

…e a proposito di cose facili, guardate come è semplice, veloce e natural questo piatto di pasta alle zucchine…
Penne con le zucchine


Ingredienti:

-       pasta integrale di kamutt
-       zucchine
-       erbe aromatiche miste *
-       un filo d’olio

Mentre aspettate che bolle l’acqua per la pasta, fate cuocere in un tegame con un po’ d’acqua le zucchine a pezzetti insaporendole con un mix di erbe aromatiche (*al riguardo frullate origano, basilico, rosmarino, mentuccia, 1 cucchiaio di lievito alimentare in fiocchi, 1 fetta biscottata e usate la polvere come insaporitore).
Quando la pasta sarà cotta, conditela con le zucchine ed un filo di olio extra vergine di oliva.