venerdì 27 aprile 2012

CRONACHE DI UN FILM


Oggi lascio i fornelli e vi scrivo la ricetta, cioè la recensione, di un film che sono andata a vedere in un intenso e appassionato 25 aprile...;)
La prima cosa che mi viene spontaneo esprimere su “The Rum Diary – Cronache di una passione” è che si tratta di un film vorticoso: ambientato negli anni ’60, nella realtà caotica di Puerto Rico, questo lungometraggio mette in scena un pezzo di vita di Paul Kemp (interpretato da Johnny Depp), un giovane giornalista di New York, squinternato, bevitore seriale di rum e molto idealista che, dopo aver lasciato nel cassetto l’aspirazione di sfondare come romanziere, sbarca il lunario scrivendo come giornalista free lance.
La narrazione inizia con quella che sembra annunciarsi come la svolta della sua vita: Kemp, infatti, viene ingaggiato dal “The San Juan Star”, un dimesso e fatiscente giornale dei Caraibi che gli consente di lasciare la convenzionale New York per tentare, almeno nelle sue intenzioni, di sporcarsi le mani e di intingere la penna in una cronaca più cruda e reale. In verità, incappa in un caporedattore con un interesse per la professione giornalistica che è finto come il parrucchino che indossa, cinico, sfiduciato sulla possibilità di poter raccontare la verità e rassegnato ad un certo tipo di giornalismo conformista, convenzionale e di parte, dal quale Kemp sperava invece di prendere le distanze.
A San Juan, si ritrova invischiato in una serie di eventi al limite dell’allucinogeno e deve fronteggiare situazioni a lui del tutto nuove. Mentre il rum scorre a fiumi sulla pellicola, strabordando dai corpi, sudati e appesantiti dei personaggi, succede di tutto: scommesse clandestine su combattimenti tra galli, avidi speculatori edilizi, capeggiati dal rampante Sanderson (interpretato da Aaron Eckhart) che tentano di coinvolgere Kemp in un losco affare per guadagnarsi il favore dei suoi articoli e pilotare così l’opinione pubblica verso l’accettazione di un progetto edilizio ammantato di abusivismo e sfruttamento delle risorse naturali dell’isola, beghe legali, inseguimenti con la polizia locale. Su tutto, poi, aleggia quell’ aura sentimentale scatenata dall’incontro fulminante (e ricambiato) con una sirena ideale di nome Chenault (e guarda caso fidanzata proprio dell’avido Sanderson…) che, dopo poche scene dall’inizio del film, sbuca dall’oceano, mentre Kemp sta godendosi su una zattera ed in solitaria una notte stellata a Puerto Rico (ndr: la sirena ha la fisicità reale e conturbante di Amber Head).  
Droga, eccessi, traffici illeciti, personaggi ambigui e votati all’autodistruzione. Più che una trama questo film mette in scena, con estrema libertà compositiva, una serie di azioni apparentemente convulse, paradossali e grottesche, al di sopra delle quali viene messa in luce l’evoluzione di Kemp, come uomo e come giornalista e la sua tenace resistenza in nome della sua grande passione: la scrittura libera e vera. Questa è la passione protagonista di quelle cronache, annunciate dal titolo, prima ancora della passione per il rum e prima ancora della passione per la sua bella sirena ispiratrice.  
Infatti il contatto con tutto ciò che rappresenta l’opposto dei suoi ideali (il malaffare, le differenze sociali, la corruzione, l’avidità, l’ipocrisia) produce l’effetto di rafforzare la sua identità e la sua vocazione al giornalismo della verità, quello che dà voce ai fatti del mondo e tenta di combattere le ingiustizie umane.
Tra gli elementi che ho maggiormente apprezzato segnalo: 1) una fotografia che, simulando l’illuminazione naturale degli ambienti, con continui giochi di luci ed ombre, produce un effetto realistico. Lo spettatore si ritrova così a vedere le scene come le vedrebbero i suoi occhi se fosse presente sul set; 2) l’idealismo tenace e coraggioso del protagonista; 3) la macchina da scrivere d’epoca, sui cui tasti Kemp libera i suoi pensieri e la sua voce. 
...se vi ho incuriosito abbastanza...andatevelo a vedere...:) 




venerdì 20 aprile 2012

RISO DOLCE DI APRILE


A dispetto di ciò che ci dice il calendario (cioè che siamo ad aprile, è primavera inoltrata, ecc. ecc.), questi giorni di aprile si stanno rivelando grigi e freddini.
Quindi (non che sia una “consolazione”…però…meglio guardare alle opportunità nascenti dai disagi, piuttosto che crogiolarsi nel grigiore ;)) ci si può ancora concedere piatti che sono più tipicamente invernali: comunque speriamo che ciò…sia possibile ancora per poco e che il caldo ci faccia venire presto voglia di freschezza, fuori e dentro il piatto.
Uno spunto, quello del tempo che “tradisce” le aspettative, per una riflessione sulle “aspettative” in generale. Penso che il vivere cose, situazioni, persone, man mano per quello che ci trasmettono, senza voler anticipare a tutti i costi tempi, risposte, evoluzioni si riveli un atteggiamento più libero e meno condizionante.
Coltivando la fiducia in ciò che si fa, in ciò in cui si crede e nelle persone con le quali interagiamo, permettiamo un fluire senza costrizioni.
Se carichiamo ogni cosa di aspettativa, in caso positivo, ci perdiamo il gusto di sorprenderci. O, in caso negativo, non facciamo che rendere la delusione ancora più cocente.
Non si tratta di restare passivi. Non avere aspettative non significa non mettere intensità, o intenzione, in ciò che si fa. Anzi! Possiamo essere maggiormente presenti a ciò che ci accade “ORA” se siamo liberi dall’ansia del DOPO…
E’ un po’ come coltivare la poesia, senza aspettarsi il plauso del pubblico. I versi che scrivi (o che interpreti) fanno bene a te, alla tua vita. Indipendentemente dal risultato, dal dopo.
Tutto può essere raffigurato come un viaggio. Non conta dove sarai condotto o dove ti condurrai: conta ciò che provi, come vivi, mentre procedi.

Rapporto tra il poeta e la sua poesia:
POETA:“Non so proprio da che verso prenderti!”
POESIA: “…e se provassi a lasciarmi libera?”

…ed anche in cucina…concediamoci il divertimento di preparare pietanze per il solo gusto di farlo, senza alimentare aspettative e senza sentire il peso di dover “onorare” per forza le aspettative dei nostri commensali: questi apprezzeranno il vostro gesto amorevole, al di là del risultato.
La foto documenta l’esperimento di un risotto insolito alla crema di gorgonzola, con noci sbriciolate e…con una golosa colata di cioccolato fondente!

Ecco gli ingredienti (dosi per 2 persone):
- 160 gr di riso carnaroli
- 100 gr circa di crema al gorgonzola (se non lo trovate già pronto, potete sciogliere il gorgonzola in un po’ di latte)
- 3 noci spezzettate
- ½ litro di brodo vegetale
- vino bianco
- scalogno
- un pezzetto di burro, 2 cucchiai di olio, sale e pepe
- cioccolato fondente (per la scioglievole decorazione…)
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Preparazione
Preparare circa ½ litro di brodo vegetale e tenete da parte.
Fate fondere a bagnomaria del cioccolato fondente al 75%, poi fatelo colare sulla carta alluminio come a voler formare un disegno. Chiudete a pacchetto e riponete la decorazione nel congelatore.
In un tegame far rosolare lo scalogno in una noce di burro e 2 cucchiai di olio; aggiungere il riso e far tostare e dopo poco sfumare con pochissimo vino bianco.
Poi proseguire con la cottura del riso, aggiungendo man mano il brodo; a metà cottura aggiungete la crema di gorgonzola e le noci spezzettate.
Mescolate bene con un cucchiaio di legno per mantecare bene.
Impiattate e decorate con il cioccolato fondente preso dal congelatore..vi avviso: si scioglierà subito! Infatti nella foto non si vede la forma che avevo creato…la prossima volta l’adagerò prima sul bordo ;(

martedì 17 aprile 2012

PASTA BROCCOLOSA...


La semplicità è qualcosa di rassicurante. E’ una coperta morbida sulle spalle quando discorsi troppo complicati fanno contrarre la nostra percezione delle cose.
Quando le spiegazioni diventano troppo complesse si incurvano le spalle, si inarca il sopracciglio e si smorza l’attenzione.
La semplicità nel modo di esprimersi permette di conquistare la patente della comprensibilità.
Capire e farsi capire sono, spesso, condizioni reciprocamente propedeutiche.  
Anche la semplicità dentro al piatto favorisce la soddisfazione del gusto. Spesso troppi sapori insieme finiscono per confondere le papille gustative che, sollecitate da troppi “input”, non sanno più riconoscere, comprendere, apprezzare.
Vi propongo un primo piatto molto semplice, che si prepara in un battibaleno, e che per l’assenza di altri sapori aggiuntivi, consente di apprezzare in pieno il sapore di un ortaggio, tipico delle campagne romane, ricco di vitamina C, calcio e fibre…mi riferisco al broccolo romanesco (quello verde, a cimette, per intenderci…)
;-)
   

Ingredienti:
-       pasta di kamutt
-       cimette di broccolo romano (lessate e ripassate in padella con olio, sale e poco peperoncino)
-       una manciata di pinoli
-       parmigiano grattugiato
-       olio, sale, pepe

Cuocere la pasta al dente.
Nel frattempo, frullare: qualche cimetta di broccolo romano che avrete prima lessato e saltato in padella, i pinoli, 1 cucchiaio abbondante di parmigiano grattugiato, l’olio, sale, pepe. Aggiungere un po’ di latte o acqua di cottura della pasta (per regolare la densità del pesto).
Condire la pasta con il pesto broccoloso.
A piacere si può aggiungere del parmigiano.

venerdì 13 aprile 2012

LA FANTASIA NELLA CIOTOLA



La Pasqua è passata. Ed ora ognuno di noi già sta allungando lo sguardo e il collo sui prossimi ponti che la primavera ci regalerà (il 25 aprile, il 1 maggio, e per i romani…anche il 29 giugno…festa patronale). Non dite di no!!! Già vi vedo “impegnati” a sfogliare il planning e a mettere le crocette sui giorni di libertà e svago o a consultare i vari siti di mini vacanze last minute o low cost.
L’appetito vien mangiando, e anche le pause, pur ricaricandoci lì per lì, ci mettono addosso ulteriore volontà di fare progetti goderecci e piccoli viaggetti: assaporare il gusto di una bella esperienza rilassante (così come si trattasse di una torta goduriosa), fa venire voglia di assaggiarne al più presto un altro pezzo.
E’ come se ci si volesse avvicinare, almeno in punta di piedi, alla meta agognata delle vacanze estive. Non si vuole “perdere” tempo, ci si rende conto di quanto preziose siano le occasioni di “valorizzarlo” (questo nostro tempo).
Questo è anche il periodo dei colori, dell’esplosione sui rami degli alberi delle varie tonalità di rosa, fucsia, bianco.
C’è l’ingresso trionfante di frutti invitanti: fragole in bella vista che fanno tanta allegria.
E iniziano a farsi strada i piatti freschi, le insalatone, che, sull’autostrada del gusto, prendono il posto delle minestre e dei vari piatti sostanziosi tipici dei mesi più freddi e che per un po’ possiamo lasciare fermi al pit stop (anche per non affaticare la digestione che, nei periodi di cambio-stagione, è molto più delicata e sensibile).   
Inauguro allora la stagione dei piatti freddi (o tiepidi…) con questa ricca e colorata insalata di pollo.
Ovviamente…non pensate di poter spegnere i fornelli fino alla stagione dei cappotti! Le giornate grigie o di pioggia, o semplicemente le occasioni in cui voler assaporare qualcosa di caldo, o più sostanzioso ed elaborato, non mancano mai….e quindi fatevi sempre trovare disponibili ad accostarvi alla fiamma della passione…ops…volevo dire del gas…;)

Ingredienti:
-       Petti di pollo
-       insalata
-       carote
-       mela verde granny smith
-       mais
-       cetriolini sottaceto
-       lamelle di mandorle
-       scaglie di parmigiano
-       salsina allo yogurt (in sostituzione della maionese)

Rosolate in padella i petti di pollo (leggermente salati e pepati). Quando sono pronti, tagliateli a pezzetti e lasciate raffreddare.
In una insalatiera riunite l’insalata spezzettata (del tipo preferito), le carote grattuggiate, la mela tagliata a pezzettini, il mais sgocciolato, le lamelle di mandorle, qualche cetriolino e le scaglie di parmigiano.
Unite anche il pollo a pezzetti. Mescolate bene e aggiungete la salsina allo yogurt.
Servite con crostini di pane o pezzetti di focaccia.
Una pietanza sfiziosa, fresca e colorata!

martedì 3 aprile 2012

TEMPO DI COLOMBE E DI RINNOVAMENTO



Pasqua….
Sì ok …secondo il significato religioso (cristiano) è il tempo della resurrezione… Si dice che sia il tempo della pace, della riconciliazione dell’uomo con Dio attraverso il sacrificio del Figlio…
Al di là dei vari credo religiosi…voglio approfittare di “un’occasione da calendario” per soffermarmi sull’idea del “passare oltre”…che vuol dire rinnovamento, rinascita…
Personalmente preferisco pensare che questo periodo sia semplicemente il tempo in cui il cielo, gli alberi, la natura attorno si spogliano dei pesanti e scuri vestiti invernali per indossare i colori e le leggerezze tipiche della primavera…
E’ il tempo della condivisione della gioia, delle riunioni parentali o amicali…delle gite fuori porta o dei weekend tra sagre, fiere, colazioni o ritiri spirituali…
E’ anche il tempo delle uova…
Di cioccolata…decorate…sode…alla coque…nascoste dentro le torte Pasqualine…uova rotte nel paniere oppure salvate in volo dopo che un gesto maldestro le ha fatte ribaltare dal sacchetto della spesa…
Qualunque sia il significato della Vostra Pasqua…
In qualunque modo decidiate di passare i prossimi giorni di festività…
Comunque vi sentiate: gai, pensierosi o ansiosi di ritrovarvi presto “oltre” questi giorni rossi del calendario (ndr: quest’ultima per gli “allergici” alle feste convenzionali…)…
Di qualunque materiale o sostanza sarà composto il vostro uovo e qualunque sorpresa sperate di trovarvi all’interno…
Vi auguro che l’ oggetto/sentimento/sensazione/dono/energia che vi troverete davvero dentro...vi faccia trascorrere semplici momenti di raccoglimento…soprattutto con voi stessi…o con quelli che riterrete essere i vostri affetti profondi…
Intanto io metto in volo verso di voi la mia colomba…Ci sono tante ricette nel web, in televisione, sui giornali. Questa riprende una versione veloce della colomba, che ha la consistenza più simile al ciambellone rispetto alla colomba classica.


Ingredienti:
-       150 gr di farina (di Kamutt)
-       150 gr di fecola o amido di mais
-       150 gr di zucchero
-       200 gr di burro ammorbidito
-       4 uove intero
-       Buccia di 1 limone e di un’arancia
-       1 bustina di vanillina
-       1 bustina di lievito per dolci biologico
-       Un pizzico di sale
-       Pezzetti di cioccolato fondente  

Per la glassa:
-       100 gr di nocciole frullate
-       50 gr di farina di mandorle
-       25 gr di farina di mais
-       150 gr di zucchero
-       2 albumi
- granelli di zucchero

Riunire in una ciotola la farina, la fecola, il burro a pezzetti e mescolare (con le mani).
Aggiungere lo zucchero e, una alla volta, le 4 uova.
Aggiungere la buccia grattuggiata del limone e dell’ arancia e continuare a mescolare. Aggiungere il lievito, la vanillina, un pizzico di sale.
Mescolare per bene. Nel caso aggiungere man mano un altro po’ di farina. (Nota: l’impasto è comunque molto appiccicoso..è normale che sia così)
Versare metà impasto nella forma di carta della colomba, versarvi sopra i pezzetti di cioccolato e aggiungere l’altro impasto sopra.
Preparare la glassa mescolando le nocciole, la farina di mandorle, lo zucchero, la farina di mais e gli albumi.
Versare la glassa sulla colomba stendendola bene con una spatola. Aggiungere la granella di zucchero e infornare a forno caldo a 180^ per 45 minuti circa.