martedì 25 settembre 2012

FLASHBACK POST VACANZE...


Una foto (tra le tante scattate ed autoscattate...) dove sono racchiuse tutte le sensazioni meravigliose della mia recente vacanza itinerante...una vacanza “coast to coast” come l’ho definita ironicamente, da Roma a Como, passando per la Liguria, l’Emilia Romagna, la Toscana.
Ho visto posti splendidi, ho assistito a scene indimenticabili, ho provato e condiviso emozioni intense.
Laghi, mari, scogli, vicoli, piazze, centri storici, piatti tipici, tramonti, cieli azzurri o stellati, colazioni da re, pranzi “sciuè sciuè” e cene gustose, oasi di pace, silenzi, rumori, balli, la natura, la gente, la passione che muove la gente, la gentilezza di chi ti accoglie come ospite più che come cliente, l’abbraccio della famiglia, i saluti degli amici, le strette di mano.
Il senso del viaggio si manifesta già lungo il tragitto. E allora che sensazione di rilassatezza partire, far scorrere i kilometri e vedere cambiare i paesaggi dal finestrino della macchina! E poi fermarsi all’autogrill per un caffè, una sosta al bagno e un’occhiata ai gadgets (sempre quelli, in tutti gli autogrill....) un pò ironici (quest’estate andava per la maggiore un maialino che schiacciandolo, emetteva il suo tipico verso...) e un pò mangerecci (sono stata incuriosita da una confezione di tagliolini trafilati al bronzo al gusto di limone che facevano bella mostra negli scaffali dei prodotti artigianali).
Scorrono i cartelli...finisce il Lazio, inizia la Toscana, un pò di pioggia ed eccoci in Liguria.
Mettersi a salire su per la montagna e lì, nascosto tra le colline liguri, ecco il nostro agriturismo.
Un angolo di paradiso verde, dove lo sguardo può perdersi tra gli alberi e finalmente distendersi dopo aver visto per troppo tempo solo macchine, semafori, gente, palazzi(www.locandadelpapa.com).

E da lì partire alla scoperta di Portovenere, sostare nella banchina del porto, perdersi tra i carruggi colorati, entrare nelle botteghe, rimanere estasiati davanti allo spettacolo a cui si assiste visitando le Grotte di Byron.

E il giorno dopo macinare kilometri a piedi per visitare le Cinque Terre (Riomaggiore, Manarola, Corniglia Vernazza, Monterosso)...appena in tempo, visto il tragico episodio capitato ieri proprio lungo quel tragitto.

Dopo aver assaggiato i panigacci e riempito i nostri occhi di scorci e di paesaggi si è ripartiti alla volta di Como.
Como è la mia città, ma è sempre bello scoprirne nuovi angoli, passeggiare per i vicoli che, vissuti ora, mi sembrano diversi di quelli dove sono passata mille e mille volte.
Quanto aveva ragione Proust scrivendo “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi”.
I miei occhi scoprono ora una cittadina suggestiva, il fascino di navigare su un lago che sembra non avere confini, scopro la suggestione dei vicoletti di Bellagio, la spiaggetta di Lenno, le ville incastonate nel verde, una pizzeria che sforna deliziose pizze al Kamutt (http://www.ristorantealsalice.com/), un faro infestato da formiche volanti (ahimè...) ma che anche dall’esterno è in grado di sedurmi per la svettante maestosità.
Ovviamente è l’abbraccio familiare quello più caldo, confortante, ossigenante, superiore anche a quello delle montagne o dei rami, seppur lunghi e conturbanti, del lago. Quell’abbraccio è in grado di stringersi attorno a ciò che sono stata, a ciò che sono, di spingersi fino al nucleo dove sono impresse le mie orme più profonde.
Il viaggio di ritorno non può esaurirsi senza qualche altra sosta interessante. E allora eccoci a Montieri, in provincia di Grosseto. Ad ospitarci, questa volta, un agriturismo incastonato in un bosco, da dove ho potuto ammirare uno dei cieli stellati più suggestivi(http://www.hotel-toscana-tuscany.com/).
E da ultimo, ma non certo come ordine di importanza e di emozione, una visita improvvisata ed istintiva ad un vero monastero zen (decisa lì per lì, all’imbocco autostradale). Il cartello suggeriva l’uscita per Berceto, e noi abbiamo accolto l’invito che premeva dentro ai nostri cuori, indicandoci proprio quella direzione.(http://www.monasterozen.it/it/sanbo-ji-eremo-di-montagna.html).
Non dimenticherò mai la sensazione di pace interiore respirata camminando in quel giardino o quando il monaco Koren ha aperto la porta della sala dedicata alla meditazione. Mi sembra di sentire ancora il suono armonioso di quel silenzio, di percepire quel vuoto pieno di sensazioni profonde.
Questo status comunque non può esaurirsi con la fine di un viaggio, qualunque sia stata la sua meta.
È sopratutto nella quotidianità del vivere che bisogna esercitarsi a mantenere uno sguardo sempre acceso, vigile, ogni volta diverso, eppure uguale nella sua intensità. E’ allora che il nostro viaggio non avrà bisogno di nessun biglietto di ritorno, perchè la nostra mente sarà sempre in posti nuovi, in quei luoghi che sapremo coltivare dentro la nostra anima.
E perché i momenti sereni non finiscano con la chiusura degli ombrelloni o con lo sbiadirsi della tintarella è fondamentale costruire, giorno per giorno, non solo durante l’atmosfera vacanziera, già di per sè rilassata, con il/la/i proprio/a/i compagno/a/i di viaggio quella autenticità e complicità che fanno la differenza!


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